Presi a tenere di occhio alla ròcca; nella notte mi aggirava intorno alle sue mura come un lupo, nel giorno mi appiattava dietro le siepi, o su pei rami degli alberi. La ròcca stava chiusa come la cassa dello avaro. Ma un giorno si aperse, e ne uscì fuori un uomo, che ai panni riconobbi per uno dei bravi veduti dal pastore: procedeva cauto, e portava, come diciamo noi, la barba sopra la spalla; ma io gli piombai addosso a guisa di falco: egli era atterrato, sotto i miei ginocchi, ed io gli teneva le mani alla strozza, prima che avesse avuto tempo di sapere che cosa fosse. - Ti salverò la vita, gridai, se mi confessi come uccidesti la fanciulla della Querce. Livido dalla paura, egli mi narrò che il suo padrone Conte Cènci vista la fanciulla, e trovatala bella, concepì desiderio di averla alle sue voglie; però che a lui e ad un altro servo ordinava rapirla, e portarla nella ròcca, reputandola facile acquisto; ma vedendo che con la fanciulla tornavano corte le lusinghe, e le minacce non riuscivano meglio, e parendo al Conte di fare anche troppo onore a cotesta villana, era ricorso alle violenze, alle quali la fanciulla aveva risposto menando valorosamente le mani. Onde il Conte l'aveva presa pel collo, ed essa lui, e caduti per terra vi si erano rotolati dandosi a vicenda morsi e percosse. Alla fine la giovane, come più svelta, per la prima si levava in piedi, ed aveva dato di un calcio nel viso al Conte, dicendo: "Togli, vecchio ribaldo: se avessi avuto il mio stile, a quest'ora ti avrei scannato; - ma ti sta meglio un calcio; - fra giorni ha da tornare mio marito, e, per la Vergine benedetta, non avrò pace finchè non mi porti le tue orecchie in regalo". Don Francesco si levò a sua posta senza profferire parola; e prima che la disgraziata avesse potuto schermirsi l'arrivò con sì terribile coltellata, che la passò fuor fuori dalle spalle, ed ella cadde senza potere pur dire: Gesù, e Maria!
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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