Il Conte mi accolse co' modi che si confanno a gentiluomo; prese contezza di me, e sentendo come io stessi ozioso per Roma, egli medesimo mi propose accomodarmi in casa sua. - Era quello che con tanto studio io cercava: certo il pellegrino non bacia tanto devotamente la Madonna della santa casa di Loreto, come io toccai le soglie di questo palazzo, col proponimento di circondare il Cènci di solitudine e di desolazione. - Diseredato di qualunque affetto, superstite ai cari figli, che io disegnava uccidergli con varia morte, orfano del cuore come aveva fatto me... quando la vita gli fosse riuscita di supplizio, la morte sollievo, conservarlo finchè i suoi polsi avessero sentito spasimo di agonìa; quando poi l'anima stupidendosi si fosse adattata alla sventura... allora precipitarla per via di sangue nel sepolcro sanguinoso dei suoi.
Un mostrarmi pronto ad eseguire ogni comando, un consigliare astuto, un proporre immaginosi trovati mi acquistarono mano a mano la sua confidenza, per quanto può fidarsi costui, che sempre, e di tutti e di se stesso diffida. Ora immaginate voi quale sorpresa fosse la mia, quando conobbi nessuno maggior piacere avrei potuto recargli come ammazzargli i figliuoli! Il suo odio snaturato vinse il mio; e dove pure io avessi continuato a portarvi rancore perchè generati dal suo sangue, o come avrei potuto tormentarvi più atrocemente di quello che si facesse vostro padre? Alla ira subentrò una pietà profonda per tutti, ed in ispecie per voi, signora Beatrice;... perchè per voi, povera fanciulla, ho concepito una tenerezza.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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