Pagina (272/814)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      .. uno amore sviscerato, che mi rammenta la buona anima della defunta, e mio malgrado mi sforza a lacrimare...
      E, vinto dalla passione, Marzio fece atto di piegare le ginocchia davanti a Beatrice; se non che questa con mano pronta lo trattenne, dicendogli:
      - Su, Marzio, levatevi; la polvere non ha da prostrarsi al cospetto della polvere, e noi tutti siamo polvere; - e poi soggiunse: Marzio, io vi raccomando di avvertire a quello che vi esce dai labbri; - ma con suono così dolcemente supplichevole, che Marzio non ne rimase per nulla mortificato.
      - Gentil donzella, perchè volete impedirmi di genuflettermi davanti a voi? Le cose sacre si adorano in ginocchio, e voi pur troppo consacrò lo infortunio; - certo veruna creatura al mondo si rassomigliò, quanto voi, alla Madonna del Pianto. Non dubitate, no; voi da me non udirete parola di cui possano offendersi le vostre orecchie castissime: - voleva dire, che padre non possa favellare alla propria figliuola; ma lo esempio del Cènci mi ha trattenuto sopra i labbri il paragone. E perchè non dovrò amarvi io, se tanto mi rammentate la mia povera defunta? Ma la mia donna è morta, e il mio amore di amante fu sepolto con lei. Lo affetto che io sento per voi non è di devoto, di padre, e di fratello; e pure partecipa di tutti questi affetti insieme. Io so che voi siete amante riamata di monsignore Guido Guerra, e tengo in altissimo conto questo gentiluomo, come quello che ha collocato lo amore suo in così degna donzella. Più che non pensate, Marzio ha favorito i vostri legittimi amori.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Marzio Beatrice Marzio Marzio Marzio Madonna Pianto Cènci Guido Guerra Marzio