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      Impossibile! E non vedete espresso qui dentro il giudizio di Dio, poichè il mio proponimento soddisfacendo alla vendetta della donna, che amai tanto, porta salute a voi, sventurata donzella?...
      - Il dito di Dio, Marzio, non iscrive i suoi consigli col sangue...
      - Come no? L'Angiolo sterminatore lesse in Egitto la sentenza di Dio impressa su gli stipiti delle porte con nota di sangue: così almeno ho udito sovente predicare ai nostri sacerdoti. Voi vi dimenticate, Signora, che qui in Roma Iddio ebbe per suo vicario Sisto V; nè quello che regna, Clemente VIII, immaginate già ch'ei si abbia migliori viscere di lui.
      - Io non so di sacerdoti; io so di Cristo, che riprova la legge di pagare dente per dente, e occhio per occhio, e vuole che amiamo quelli che ci fanno del male. Marzio, lasciate a Dio i suoi giudizii; quello che in Dio è giustizia, in voi sarà delitto.
      - Ma come lasciarlo vivere? - esclamò Marzio percuotendosi la fronte, quasi si risovvenisse di cosa dimenticata; - ma non sapete ch'egli respira di strage? Vedete; se io rimanessi qui, - uno sciagurato avrebbe a morire di fame.
      - Come di fame?
      - Ahi, me meschino! Ragionando con voi si dimenticherebbe il paradiso... Povero Olimpio!... mentre io mi trattengo, tu conti i minuti con gli spasimi delle tue viscere affamate.
      E così favellando prese in fretta la lanterna, il mazzo delle chiavi e il paniere deposto sul pavimento, e con veloci passi si avviò dall'altra parte del sotterraneo.
      Beatrice, traendo a fatica la persona inferma, gli tenne dietro, curiosa di chiarire il truce mistero che si adombrava nelle parole di Marzio.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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