CAPITOLO XVI
IL MEMORIALE.
Per il che non potendo durare in così infelicevita prese la strada della sorella Olimpia, e
mandò al Papa un buono e ben composto memoriale;
ma o che quello fosse dato, o no, lasua ragionevole inchiesta non ebbe effetto, nè
si è trovato in segreteria dei memoriali quandone faceva bisogno mentr'era in prigione..."
Manoscritto del tempo.
Il vento ne portava le parole.
PETRARCA, Sonetti
Beatrice tenne dietro a Marzio, il quale arrivato alla prigionedi Olimpio lo chiamò a nome: non si sentendo rispondere,
con molta ansietà gridava:
- Olimpio! Olimpio!
Una voce fioca rispose:
- Vattene via, malvagio traditore... liberami dalle tue tentazioni...
mi acconcerò come potrò con Dio, per morire inpace...
Marzio schiuse la porta; e a tale debolezza era arrivato ilmasnadiere pel digiuno e per le tenebre, che il poco di lume
della lanterna valse a ferirgli dolorosamente gli occhi, e afarlo traballare. Marzio lo sostenne, e lo indusse a bere alcun
sorso di liquore cordiale, che aveva portato seco lui. Dopobrevi momenti di conforto riarse in Olimpio la rabbia della
fame e della sete; come fiera si slanciò sul paniere, nè Marzio
avrebbe potuto impedirlo s'egli non era ridotto in cotestostato di debolezza. Marzio lo ammonì che se non faceva senno,
scampato dal morire di fame lo avrebbe ucciso il cibo.
Beatrice attonita considerava il masnadiero, orribile a vedersi;
imperciocchè i suoi lunghi capelli ingrommati gli pendesserogiù dalle tempie come mignatte ripiene di sangue;
il colore della faccia di bronzato era divenuto cenerino; le
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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