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      Il vino tiha dato alla testa. - Adesso ci scuoprirebbero, e ammazzerebbero
      tutti e due.
     
      - Ma colei, ch'è teco, che femmina è? - Non è la sua figlia? - Ocome ci entra teco? - proseguiva Olimpio fregandosi
      gli occhi.
     
      - Veramente ella è la signora Beatrice; ma va sicuro chenon venne qui per nuocerti.
     
      - Poichè non posso rimediarla meglio mi fiderò... bruttaparola è cotesta! - Marzio, siccome io ho veduto che tra
      gentiluomini e gente altra cotale, che va per la maggiore, sifa conto dei giuramenti e delle promesse quanto dei grilli
      dell'anno passato, così mi presumo che fra noi la faccenda sarà
      diversa perchè fra me, e te, - mi pare che ci corra quanto frate, e me - misura giusta; e noi siamo villani. Marzio, io vorrei
      legarti con la promessa di un premio; ma la mia anima sitrova ormai ipotecata al diavolo, e pel corpo tu avresti lite con
      mastro Alessandro. Se tu avessi qualche nemico, che patissedel male di angina... - e con la destra si toccò la gola.
     
      Marzio alzò le spalle, quasi volesse dire: cotesto so moltoben fare da me. Allora Beatrice si attentò di favellare:
     
      - Marzio vi salverà, non ne dubitate; ed io, in mercede,
      vi domando cosa che mi potrete donare molto agevolmente,
      e nella quale il guadagno sarà tutto per parte vostra. Voimi avete a promettere, che uscendo da questo pericolo muterete
      vita.
     
      - Oh Signore! che si può mutar vita come si muta la camicia?
      Io non ho imparato altro che maneggiare il ferro, eil ferro è fatto per ferire...
     
      - Il ferro è fatto non per ferire il cuore dei fratelli, donde


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Olimpio Beatrice Alessandro Beatrice