dabbene.
- Reverendo Padre, vedete che vi è caduta la corona.
- Figlio mio, il Signore non vieta difendere la nostra vitadalle aggressioni degli scellerati; anche i santi lo hanno fatto.
- Sicuro!... Perchè per diventare santi non importa micaessere anche martiri. All'opposto, Padre, invece di scandalizzarmi,
voi mi avete edificato per modo, che io supplico devotamentela vostra Reverenza a volere ascoltare la confessione
di certo peccato, che mi pesa su l'anima.
- In questo luogo? Adesso?
- Ogni momento non è buono per salvare un cristiano?
Forse Gesù rispondeva a coloro, che si voltavano a lui, venitedomani? Padre, non mi rimandate sconsolato; vedrete,
ella è cosa di pochi minuti; entrate in questa stanza terrena,
e tutto andrà d'incanto.
E così dicendo lo prese a forza per le braccia per menarloseco. Il frate non oppose resistenza, e, avvertito il compagno
di attenderlo alquanto, entrò con Marzio nella stanza terrena.
- O Grimo, e' ti ho riconosciuto, sai... - disse Marzio levandorisoluto il cappuccio al frate.
- Ed io te, Marzio... come ti sei avvilito! Chi ti avrebbecreduto capace di ridurti a fare lo staffiere...
- E tu frate? - Quali negozii ti chiamano qui dentro?
- Te lo dirò; ma tu, come servitore in casa Cènci?
- Per ammazzare il Conte assassino di Annetta Riparella,
la fanciulla di Vittana.
- Ed io per ammazzare domani un certo Marzio, il qualepenso che deva essere un po' tuo parente.
- Me?
- Come hai indovinato giusto! Ma io l'ho detto sempre,
che tu contieni più seme di un cocomero.
- E tu lo farai?
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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