confini del regno. Ne conosci le vie?
- Credo di sì. Si prende da Tivoli; e poi domandando siva a Roma, dice il proverbio.
- Domani, dunque, tu monterai a cavallo con nostre letterepel castellano, e partirai per quella volta: colà, come
persona pratica e sufficiente, tu invigilerai i lavori, che ordinoper porre in assetto il castello; farai mettere nuovi serrami
alle porte: intanto apparecchiami alcune stanze, e attendi afare scomparire le tracce dello incendio...
- Incendio! dite voi? O che abbruciò la ròcca?
- I banditi, mentr'era poco guardata, me la saccheggiarono,
ed arsero. A quei tempi si riparava molto nei boschicirconvicini il signor Marco Sciarra, e dove la sua banda passava
ti so dire che non metteva più erba...
- Ma io non udii mai che la banda del signor Marco ardesse,
e guastasse...
- Accattai briga con uno dei suoi uomini per una follìa,
che non meritava la spesa. Certa volta mi prese vaghezza diuna villana, di una capraia, che so io? - Lo crederesti, Marzio?
Costei ebbe ardimento di resistermi, e di minacciarmi lavendetta del suo marito. Siccome ella era devota della Beata
Vergine dei dolori, io la resi simile affatto alla sua santa avvocatapiantandole un coltello nel cuore. Il marito, o amante
che fosse, prese la burla sul serio, e, aiutato dai compagni,
mi fece il tiro di bruciarmi la ròcca.
- In verità egli ebbe torto. Al diavolo lo zotico, che noncapiva l'onore che gli faceva un conte di contaminarsi con
la sua villana.
- Ma!... tanto è, non la vogliono capire. - Orsù, mettiamo
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Tivoli Roma Marco Sciarra Marco Marzio Beata
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