Pagina (287/814)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      confini del regno. Ne conosci le vie?
     
      - Credo di sì. Si prende da Tivoli; e poi domandando siva a Roma, dice il proverbio.
     
      - Domani, dunque, tu monterai a cavallo con nostre letterepel castellano, e partirai per quella volta: colà, come
      persona pratica e sufficiente, tu invigilerai i lavori, che ordinoper porre in assetto il castello; farai mettere nuovi serrami
      alle porte: intanto apparecchiami alcune stanze, e attendi afare scomparire le tracce dello incendio...
     
      - Incendio! dite voi? O che abbruciò la ròcca?
     
      - I banditi, mentr'era poco guardata, me la saccheggiarono,
      ed arsero. A quei tempi si riparava molto nei boschicirconvicini il signor Marco Sciarra, e dove la sua banda passava
      ti so dire che non metteva più erba...
     
      - Ma io non udii mai che la banda del signor Marco ardesse,
      e guastasse...
     
      - Accattai briga con uno dei suoi uomini per una follìa,
      che non meritava la spesa. Certa volta mi prese vaghezza diuna villana, di una capraia, che so io? - Lo crederesti, Marzio?
      Costei ebbe ardimento di resistermi, e di minacciarmi lavendetta del suo marito. Siccome ella era devota della Beata
      Vergine dei dolori, io la resi simile affatto alla sua santa avvocatapiantandole un coltello nel cuore. Il marito, o amante
      che fosse, prese la burla sul serio, e, aiutato dai compagni,
      mi fece il tiro di bruciarmi la ròcca.
     
      - In verità egli ebbe torto. Al diavolo lo zotico, che noncapiva l'onore che gli faceva un conte di contaminarsi con
      la sua villana.
     
      - Ma!... tanto è, non la vogliono capire. - Orsù, mettiamo


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Tivoli Roma Marco Sciarra Marco Marzio Beata