cosa da intenerire i sassi, e le Signore patrone degli Asili infantili.
A che giova importunare le bestie che non possonorenderci la pariglia, non componendo poemi, e non possedendo
stamperie? Vi hanno forse rabbia, o ira, o ipocrisia bestialiche superino quelle dell'uomo? Questa creatura è pari a se
stessa, a nessuna seconda; a molti facilmente prima. Se voleteproprio dare idea di persone che si odiino con tutte le
potenze dell'anima, dite piuttosto che si accordano come padronee servo, e parlerete più dritto. Certo io non nego, che
se i servi possedessero metà delle virtù che i padroni pretendonoda loro, non vi sarebbe servitore che non meritasse
avere al suo servizio una mezza dozzina di padroni; almenotale era il parere di Figaro: ma per altra parte troppo spesso
i servi così si mostrano o cupidi, o ingrati, che sarebbe risparmiogrande di afflizione fare da se. Marzio e il Conte
procedevano braccio a braccio, e si scambiavano parole dibenevolenza.
- Vivono i tuoi genitori, Marzio?
- Sono orfano; parenti ho da averne di certo; però dagran tempo non udiva notizia di loro.
- E forse i luoghi ritengono qualche vestigio di fiammaantica?
- Fiamma!... Io la ebbi, ma me la spense il vento.
- Davvero! O narrami un po' questo caso.
- È breve; un potente barone se ne invaghì; costei futemeraria tanto, da rifiutare l'onore che il barone volea farle;
il barone la uccise, e la pagò secondo i meriti.
- Motivo forse di sospiri per quindici giorni. Il tempo rimarginapresto le ferite.
- Non tutte; dentro alcuna si tronca il coltello, la carne
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Asili Figaro Conte Marzio
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