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      Di rado gli occhi di Dio si voltano alla terra, contristati per la nostra viltà; tuttavolta quando ei ve li piega essi avvampano la creta, e ne fanno scintillare le anime di Cammillo e di Scipione. O Signore! declina i tuoi occhi, e vedi se vi ha vituperio uguale al vituperio nostro: suscita qui fra noi un'anima grande, che senta vera gloria essere quella di considerarsi particola della grande anima del mondo; un'anima buona, che sappia lo ingegno essere splendore della eterna tua faccia, riflesso nello intelletto umano per illuminare i giacenti nell'ombra della morte; un'annima feroce, che insegni ai violenti forza essere grazia dei cieli che solleva i caduti, e protegge i deboli. Una sola guerra è santa; e voi, fronde imperiture dello alloro divino, la vedrete: i destini vi serbano pel guerriero che combatterà queste battaglie, e pel poeta che le vestirà con la luce del canto. Noi, anime stanche, rose dalle cure ed estenuate dal dolore, che cosa ormai possiamo dare alla Patria? Augurii, e benedizioni: - gli ultimi fiori che cascano dalla sponda del letto dei moribondi! - Pure non li sdegnate... la benedizione di quelli che si soffermano su la porta dello infinito per riguardare con amore i superstiti è cosa santa, e porta buona ventura a cui la riceve devoto.
      O Tevere! Tu vedesti un Popolo uscire dal fianco dell'aspro figliuolo dello amore, allattato dalle mammelle di una lupa, drizzarsi sul Campidoglio, e quinci, guardata intorno intorno la terra, stenderci sopra la mano, e dire: "è mia!


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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