Pagina (299/814)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Usurpare, e mantenere con la violenza e con la frode una potenza che sono indegni di esercitare, e una sostanza che dovrebbe essere a molti comune, formano il polo verso il quale si appuntano perpetuamente i conati dei Patrizii. - Giano bifronte per essi cessò di essere favola: se il pericolo dei privilegi mosse dal Despota, ed eglino gli mostrarono faccia di Popolo; se dal Popolo, ed eglino gli mostrarono faccia di Despota. Nè furono contro i re Agide e Cleomene meno spietati ribelli, di quello che contro Caio e Tiberio Gracchi fossero spietati tiranni.
      Che cosa importa affaticarci ad indagare adesso se con violenza, o con frode vincessero? Essi vinsero. Che cosa importa travagliarci a scuoprire se vincessero con la propria virtù, o con l'altrui? Essi vinsero, essi vinsero; e, temprato prima lo stile nel fiele del proprio cuore, scrissero col sangue della vittima una lunga calunnia, e la chiamarono storia, quasi consecrazione di un capo scellerato agli Dei infernali.
      Le fiere, quantunque incatenate, si lacerano; gli schiavi, in difetto di spada, si percuotono con le catene che portano intorno alle braccia: il padrone allo spettacolo di cotesti osceni strazii sbadiglia, o ride; vivano o muoiano, oppressori ed oppressi, traditori e traditi, gl'imprigionati dentro una casa e gl'imprigionati dentro una città sono pari argomento di ludibrio per lui. Perchè, quando strisciavano nella polvere come serpi, a cui si rassomigliano per la insidiosa viltà, non furono calpestati? Fu creduto, che l'aspide avesse posto in oblìo il maligno talento di offendere alla sprovvista il calcagno dell'uomo, e fu errore.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Patrizii Despota Popolo Popolo Despota Agide Cleomene Caio Tiberio Gracchi