Noi già lo vedemmo squallido, e male in arnese; e non pertanto adesso, oh come mutato da quello! Barba e chioma scompigliate; lordo di fango il cappello; i panni sordidi, e gli occhi infiammati nelle palpebre, e cenerini allo intorno. Luisa si sentì a un punto spaventata, e commossa. Siccome vediamo ordinariamente accadere che l'attenzione nostra, sopraffatta dalla piena del dolore, si fissi sopra un oggetto particolare, e si affligga per questo più che per motivi generali, così ella, considerando le mani sordide e i manichetti sozzi, sentì gonfiarlesi il cuore di un sospiro angoscioso.
Tolse pertanto il fantolino e se lo pose al petto, con la intenzione medesima con la quale il messaggero, là dove non arriva il suono delle parole, mostra da lontano l'olivo, o sventola un panno bianco in segno di pace. Tutto questo non valse a richiamare l'attenzione di Giacomo; il quale reputandosi tradito, piangeva, assorto cupamente, le speranze, la felicità e la benevolenza perdute. Levandosi a un tratto, squassandosi con le mani i capelli, esclamò con voce roca:
- A che sono venuto? Davvero, io non lo so. - Se si potessero gittare via dal cuore gli affetti come il carico dalla nave per iscampare dal naufragio!... ma se non se ne può far getto, bene è concesso sradicare dal seno affetti, e cuore. Tutto può tacere in un punto, e taccia. - Qui mosse per andare.
Luisa, con voce nè carezzevole, nè severa, disse:
- Il padre vorrà allontanarsi dai suoi figliuoli senza averli baciati?
- Dove sono, e chi sono i miei figliuoli?
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Giacomo
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