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      Ora vedendo come gli s'infiochisse la voce, e quasi gli diventasse piangente,
      - O figli... abbracciatelo... fategli sentire s'egli è vostro padre, disse affannosa accennando ai fanciulli...
      I fanciulli, obbedienti alla parola materna, si mossero ad un tratto; e quale attaccandosi ai lembi della veste faceva prova di attirarlo verso la madre, quale gli stringeva le ginocchia, e quale s'ingegnava salire sopra una seggiola per poterlo abbracciare al collo. Giacomo, ridivenuto tranquillo, si sciolse da loro esclamando:
      - Riparate al seno di vostra madre. Infelici! Non sapete che i Cènci avvelenano col fiato?... Addio... e addio per sempre.
      E sparì. Il suono dei suoi passi s'intese precipitoso giù per le scale. Luisa si slanciò al balcone, e con la sua voce più lamentosa esclamò:
      - Giacomo! Giacomo!
      E lo ripetè più volte; ma Giacomo fugge in balìa della feroce passione che lo trasporta. Allora nella egregia donna l'amore vinse ogni risentimento, e, gittatasi addosso una mantiglia, proruppe fuori di casa in traccia del suo consorte. Ella aveva percorso diverse strade, quando tra per la fatica, tra per lo affanno sentendosi venire manco la lena, le fu forza sostare, e assidersi sopra il muricciòlo di un palazzo. Guardandosi poi attentamente dintorno conosce cotesta essere la dimora di monsignore Guido Guerra: levò gli occhi in su, e vide lume. Sapendo cotesto prelato familiare di casa Cènci, e di Giacomo intrinsecissimo, parve a lei che la Provvidenza l'avesse quasi per mano condotta colà; onde fattasi coraggio salì le scale, e, tenuto dietro allo staffiere, senza aspettare che l'annunziasse, penetrò nella stanza, e rinvenne Monsignore in compagnia di due uomini, uno dei quali le giunse noto, comecchè in quel subito non ricordasse in qual parte lo avesse incontrato: esitò un momento; ma poi, sospinta da smaniosa angoscia:


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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