- O Monsignore, disse, voi che per bontà vostra portate amicizia a Giacomo mio marito, deh! per amore di Cristo, mandate gente a cercarlo per Roma, però ch'egli siasi partito da casa tutto infellonito, ed ahimè! dubito con sinistre intenzioni.
- Contro cui, donna Luisa?
- Contro se stesso; e temo forte, ch'egli abbia preso la volta del Tevere.
- Misericordia! Su, Marzio, andiamo; voi, con parte dei miei staffieri, a manca; io, con l'altra parte, a destra del fiume. Olimpio, voi accompagnate donna Luisa.
Omesso ogni saluto, Guido, Marzio e gli staffieri si precipitano fuori di casa in traccia di Giacomo. Donna Luisa, andando a braccio con Olimpio, così prese a favellare:
- Il vostro volto non mi comparisce nuovo: ma, Santa Vergine! così ho sconturbato il cervello, che la memoria non mi regge... Ah! sì... me ne risovviene adesso... voi vi trovaste allo incendio della casa del falegname di Ripetta.
- Io?
- Sì, ed eravate di quelli che si affaticavano a sovvenire i desolati.
- Io non feci nulla, altro che male. A voi, egregia donna, tutto il merito... Voi siete una santa: viva la vostra faccia. Se la mia domanda non fosse indiscreta, ci sarebbe da sapere perchè vi mostraste travestita da uomo in quella maledetta notte? Perchè vi metteste a quel disperato cimento?
- Ve lo dirò mentre andiamo. La donna, che salvai, mi ha trafitto il cuore; ella ha ricoperto di lutto la mia famiglia, certo non lieta nemmeno prima, ma neppure desolata: che dove regna amore non si allontana mai la speranza. Quello, che Dio ha ordinato all'uomo di non separare, la sua mano ha diviso per sempre: insomma, ella mi ha rapito lo sposo.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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