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      .. ed in cotesta notte mi aggirava per là, con la intenzione del lupo intorno alle stalle... voleva bevere il suo sangue, e mi pareva che questo solo potesse bastare a spegnere la mia rabbia. Mi percossero gridi disperati... comparve la donna col figliuolo al balcone; - non vidi più la esosa rivale, vidi la madre... pensai ai miei figliuoli, e mi precipitai per salvarla, però che Cristo mi favellasse dentro al cuore, e mi dicesse: perdona!
      Olimpio udendo parlare donna Luisa ardeva, e agghiacciava. Si fruga con la mente dentro nell'anima per vedere se ci fosse luogo da deporvi una speranza di misericordia, e gli parve di no. Allora gemè dal profondo del cuore: così ricadono sul prigioniero le catene con romore disperato dopo i supremi sforzi per romperle. Nondimeno, siccome accanto alla fiamma della carità non vi ha cuore, comunque di selce, che non si riscaldi, Olimpio suo malgrado si sentiva commosso.
      - Se io, incominciò a dire, se io potessi sperare che l'assoluzione mi salvasse, a nessuno io vorrei confessare i miei peccati tranne a voi, venerata Signora, e tra Dio, e me non desidererei mettere migliore mediatore di voi. Ma il libro della mia vita ho così empito di delitti, che l'Angiolo Custode non vi troverebbe più tanto di bianco da scrivervi sopra la parola misericordia con la più fina delle penne delle sue ali. Pazienza! E nonostante questo io mi confesserò, perchè se la mia confessione non può giovare a me gioverà a voi, e quindi io ve la faccio. Sapete voi chi incendiò cotesta casa?


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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