Il destinato allora sente un brivido nelle ossa; i piedi gli diventano piuma, e il capo piombo; cerca anelante le labbra della ondina, fende l'aria, tocca l'acqua, e la bacia. La ondina in quel punto solleva le braccia grondanti, lo avviluppa, e lo cuopre nel suo abbracciamento.
Il giorno appresso sopra la sponda desolata, fra un canneto, per la sabbia s'incontra un cadavere gonfio, pieno di arena i capelli, gli occhi e la bocca: la sua pelle mostra i colori delle erbe marine: gli occhi, comunque spenti, pare che cerchino sempre qualche cosa, nè mai si giunge a farglieli stare chiusi: - egli sembra morto di piacere... veramente il bacio della ondina gli ha dato la morte. -
Ma Giacomo Cènci sul punto di spiccare il salto fatale era tenuto forte da due mani sul parapetto, ed una voce nota lo chiamò:
- Forsennato! che fate voi?
Giacomo attonito levò un momento il capo, e poi lo ripiegò verso il Tevere. Ogni canto era cessato; le voci tacquero, la bella faccia della ondina disparve. Allora la sua anima, spinta fino allo estremo limite dello infinito, stornò aborrente agli uffici consueti della vita, e vide, o conobbe l'amico Guido Guerra.
- Oh! Guido...
- Sciagurato! - Tra commiserando, e rimproverando proseguiva monsignore Guerra; e i vostri figliuoli?
Giacomo scosse le spalle, e non rispose verbo; lasciò condursi rifinito di forze come uomo senza volontà; solo quando si accorse mettere il piede sopra la soglia di casa sua, volto a monsignore Guerra gli favellò:
- Amico, se voi credete che io debba ringraziarvi, v'ingannate.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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