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      - Quanto era meglio che io avessi cessato di vivere!
      - Ti penti forse essere tornato nel seno della tua famiglia che ti adora? - gli rispondeva la moglie affettuosissima.
      - No, Luisa, no; Dio me ne guardi; e ciò nonostante, credimi, sarebbe stato meglio che io fossi morto... e lo vedrai.
      - Luisa da femmina discreta tacque, attribuendo cotesto fastidio angoscioso alle commozioni passate; e confidò nel tempo, nelle sue cure, e nelle carezze dei figli per ricondurre la pace nello spirito agitato di lui.
      In quella medesima notte si partirono da Roma Marzio ed Olimpio provveduti di molta moneta di oro. Cavalcavano due poderosi cavalli; e comunque camminassero senza sospetto d'incontrare per via cosa che fosse al loro andare molesta, pure procedevano muniti di armi pronte a far fuoco.
      Scorsi alquanti giorni, don Francesco sentendosi bene della persona disposto, e del piede abbastanza rimesso, certa mattina, sul fare dell'alba, sveglia di repente la famiglia, e le ordina, che così come si trovava vestita scendesse. - Nel cortile Beatrice vide apparecchiati cavalli da sella, la carrozza, ed uomini di scorta; indizio manifesto di lungo viaggio. Dove il padre la menasse, per quanto tempo sarebbe rimasta lontana da Roma, questo fu quello ch'ella non gli domandò, nè alcuno della famiglia si attentò a richiederglielo.
      Il Cènci aveva provveduto a tutto con la sua ordinaria solerzia. Non gli parendo bene avventurarsi co' soli famigli per le vie infami, che da Roma conducevano alla Rocca Ribalda, aveva stipendiato per alquanti giorni una mano di guardie campestri, che gli tutelassero il cammino.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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