Lì presso contristano più moderne rovine, quelle di Anagni, dove fece naufragio il superbo concetto del Papato(107). La guanciata di Sciarra Colonna sopra la faccia di Bonifazio VIII infranse irreparabilmente il triregno. Non essendosi aperta in quel momento la terra sotto i sacrileghi, come a Datan e a Core(108), il mondo dubitò che Dio stesse davvero (come gli s'imponeva credere sotto pena della eterna dannazione) col suo Pontefice. I colli di Roma non imitavano ancora il monte di Gerusalemme, dove si annidano le volpi(109); qualche volta vi ruggiva anche il lione; ma da quel giorno in poi le chiavi di San Pietro, - le chiavi della Città Celeste - dall'avara viltà dei Sacerdoti furono sovente presentate ai Potenti della terra come chiavi di vinta città.
Ecco Ferentino, là dove è fama che Manfredi, impaziente di regno, calpestasse come uno scaglione la testa del padre Federigo per salire sublime. O corona! quanto hanno ad essere infernali i tuoi splendori, se un cavaliere sì degno non rifuggì acquistarti a prezzo di un parricidio!
Più oltre apparisce San Germano, dove i Pugliesi furono bugiardi a Manfredi per Carlo di Angiò; antica usanza di schiavi, che immaginano mutare stato perchè mutano soma. Si abbiano l'abbominazione dello antico signore, e il disprezzo del nuovo; chè troppo bene meritarono ambedue.
Da questa parte giacciono i campi Palenti, dove la stella scintillante della casa Sveva tramontò per sempre dentro un lago di sangue. Stella imperiale, la tua aurora fu vermiglia; il tuo mezzogiorno purpureo; il tuo tramonto sanguigno: nè quel colore fu ricavato dal mollusco dei mari di Tiro, bensì dalle vene degli uomini, che non ne mancano mai.
| |
Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
|
|
Anagni Papato Sciarra Colonna Bonifazio VIII Datan Core Dio Pontefice Roma Gerusalemme San Pietro Città Celeste Sacerdoti Potenti Ferentino Manfredi Federigo San Germano Pugliesi Manfredi Carlo Angiò Palenti Sveva Tiro
|