Basta. - Addietro visioni che spaventate l'anima agitandola. - Cessa una volta, spirito infermo, di scuotere davanti a te stesso la camicia insanguinata della umanità. Il gran Cieco inglese renunziò a dettare la storia della Ettarchia sassone sul fondamento, che tanto valeva scrivere quella degli avvoltoi; io avrei voluto sapere, che cosa gli fosse sembrato scrivere raccontando quella degli uomini(115).
Sopra tutto questo mare di rovine la basilica di San Pietro Vaticano con la sua croce in cima alla palla, pare che galleggi come l'arca di Noè. - Perchè non ha ella salvato il genere umano, e perchè non rinnuovò il patto dell'alleanza della terra col cielo? - Di cui è la colpa? - Un'altra volta forse lo dirò, non certo nuovamente, ma inutilmente sempre. La Esperienza, che scrive la storia, si assomiglia alle figlie di Danao affaticate a riempire le botti senza fondo. L'universo è un fiume, e la umanità spensierata sta sopra le sponde a guardare scorrere le acque: può egli l'uomo rammentarsi dei flutti dell'anno passato, o può farne suo vantaggio? Così passano gli eventi irrevocati dalla memoria, sterili di virtù. -
I miei personaggi da Tivoli seguitando la via Valeria si ridussero a Vicovaro, ove a cagione del caldo grande e della via malagevole ebbero a soffermarsi, e con quanto cruccio del Conte Cènci non è da dire, il quale invano tentò di spingersi innanzi. I cavalli trafelati non obbedivano a frusta nè a sprone. A vespro ripresero il cammino, e pervennero alla osteria della Ferrata ov'è mestiere lasciare le carrozze, e salire il monte su cavalli e su muli.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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