Lasciamolo andare, ch'egli conosce la strada, e non si smarrirà di certo.
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Colà dove il monte Santo Elia è più scosceso, sotto querce secolari che stendono largamente i loro rami sopra arboscelli, di mole minore, arde un magnifico fuoco. Su per coteste vette l'aria punge nelle notti di settembre, quantunque nei piani la caldura soffochi; e poi gli uomini, che vi stavano intorno, con atti diversi lo avevano acceso per vederci, e per compagnia. In quel punto pareva che la noia piovesse giù dagli alberi sopra i loro capi; imperciocchè taluno fischiasse supino tenendo ambedue le mani sotto la testa, il cappello tirato su la faccia, ed una gamba a cavalcioni dell'altra ripiegata lungo la coscia; tale altro aggomitolato dentro al tabarro si voltava ora di qua, ora di là, traendo di tratto in tratto un sospiro: - sovente in coro si alzava uno sbadiglio universale.
- Pericolo, che Marzio voglia convertirci? - favellò un bandito.
- Che cosa abbia inteso Marzio di fare io non lo so, rispose un altro; per me intendo, come siamo di patti, tenere fermo fino a domani: poi, quanto è vero San Niccola, diserto con arme e bagaglio.
- Su questi monti mandarci il vino a compito! Guarda! tutti i fiaschi stanno morti per la terra. Io vorrei vedere piuttosto uno sbirro, che un fiasco vuoto.
- E poi levarci anche i dadi!
- Le sono crudeltà da fare svenire Nerone.
- Quasi, quasi io mi sentirei tentato di recitare il rosario, Che ne dici, Orazio?.
- Ella è una cosa come un'altra; per passare il tempo.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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