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      Noi gli si accostammo cautamente, per timore che scosso allo improvviso non pericolasse; nè egli ci avvertì. Io lo guardai: misericordia! che occhi maligni! Pareva proprio dipinto in viso dalla invidia col colore verdenero(117) dell'odio. Borbottava fra i denti:
      E' sono fuori di tiro, costà nessuno arriva a toccarli, e se ne stanno tranquilli come pontefici; in breve... ecco torneranno i genitori col cibo... e saranno tutti contenti; - i primi da me veduti, e rimasti felici!
      Qui volgendo il capo ci scòrse; noi lo salutammo, e gli domandammo qual fantasia lo avesse preso di avventurarsi sopra cotesti scavezzacolli, e se non temesse del capo-giro.
      - Perchè volete voi sapere il mio segreto? - ci rispose turbato. - Che cosa importa a voi di me, a me di voi? Se siete banditi vi darò la moneta che ho indosso, e andatevene col diavolo, che vi porti.
      E noi lo avvertimmo, che per quel quarto di ora eravamo boscaioli e cacciatori, e che non avrebbe corso danno a mostrarsi meglio garbato.
      - Sta bene; non volete acquistare come re, guadagnerete come servi; accostatevi qua... presso me... guardate laggiù...
      - Dove?...
      - In dirittura del mio dito... in quel fondo là... il nido dell'aquila?
      Circondato di nebbia, si scorgeva appena un punto nerastro.
      - Sì, lo vediamo.
      Ed egli, teso sempre il dito, aggiungeva: "A cui di voi si sente capace di portarmi i tre aquilotti..."
      - O come sapete, io interruppi, che ci hanno tre aquilotti nel nido?
      - Perchè gli scorgo distinti con le piume saure dorate. -
      Io pensai: s'ei non è il Diavolo, come ha detto Candido, per lo meno ha da essere suo cugino; però che io ci vedessi allora, e veda sempre, mercè santa Lucia, come un cacciatore; e non pertanto non mi bastasse l'animo di scorgere altro, che una macchia cenerina grande come un pugno.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Diavolo Candido Lucia