Pagina (354/814)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Io vengo ancora a cercar muli dai carbonari perchè il vecchio non intende fermarsi, e vuole continuare il viaggio in questa stessa notte.
      - Quanti di scorta?
      - Dodici; ma non di queste bande: alla parlata paiono delle parti di Toscana.
      Presto furono in ordine i muli. Orazio, così ordinando Marzio, si tinse il viso e le mani di carbone; tolse la vesta di un carbonaro, e insieme col garzone menò le bestie alla Ferrata.
      I banditi levarono il campo, e seguitando Marzio si ridussero al luogo predisposto alle insidie.
      Arrivati i muli alla osteria don Francesco comandava li caricassero, e quando fossero in ordine lo avvertissero per partire. Non passò bene un'ora, che ogni cosa era in punto; ond'egli discese per esaminare se tutto fosse a dovere. Mentre da un luogo ad un altro si affaticava, un pipistrello investì con l'ale la lanterna che gli portavano davanti, sicchè l'uccello sbalordito gli cascò in mano; egli la scosse prontamente con un senso di ribrezzo gittando via la trista bestia, e notò:
      - Cattivo augurio è questo, e prudenza vorrebbe sospendessi il partire... Qui l'oste, mostrando un viso di sasso - dove rompeva qualunque vergogna - soggiunse:
      - Non vi faccia specie, Eccellenza, perchè il cattivo presagio viene compensato, anzi superato con uno buono...
      - E quale?
      - Caricando i fusti del vino, poco anzi, se n'è rotto uno... e siccome il vino sparso è allegria...
      - Per avventura la fiasca dello keres, dove si leggeva il numero tinto di bianco?
      - Non vi si leggeva nulla; state tranquillo, e fiasca non era.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Toscana Marzio Ferrata Marzio Francesco Eccellenza