- Parole corte. Noi non cresceremo il fascio delle legna al boscaiuolo. La scorta dei dodici uomini torni sopra i suoi passi senza essere svaligiata: depositi gli archibugi, che domani alla calata del sole ritroverà alla osteria della Ferrata. I lupi dello Abruzzo non dicono due volte: badati; la seconda parlano con la bocca degli archibugi.
- E la compagnia?
- Con essa abbiamo altri conti.
Le guardie campestri non istettero ad aspettare altre intimazioni, e si allontanarono senza profferire parola, fatto prima fascio delle armi.
- Il Conte Cènci passi alla coda della caravana; - intimò la medesima voce.
Il Conte, ostentando allegria, obbediva. Orazio lo seguitava, e lo intendeva favellare così:
- Semprechè nelle cose adoperai avarizia provai ogni successo a traverso: - doveva prendere cinquanta di scorta, ed avrei risparmiato un tesoro. - Cotesti gentiluomini, oltre la perdita delle bagaglie, chi sa quanto pretenderanno di riscatto!
Giunto alle spalle della caravana, quattro banditi saltarono giù dal ciglione; e siccome, malgrado il proponimento di andare per prova di arte, il naturale istinto spinse il Conte a metter mano al pugnale, appena fece l'atto si sentì stringere le braccia da due tanaglie di ferro. Sì volse irritato per vedere chi fosse, e riconobbe Orazio. Orazio, a cui cresceva forza la paura, che gl'incuteva il Conte.
- Ah! siete voi, cacciatore?
- Sono io...
- Pare, che il quarto d'ora del bandito sia venuto per te...
- Certo in questo punto smetto la parte del somaro, e prendo quella del coccodrillo.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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