I bisogni del nostro fisico si fanno sentire anche in mezzo alle tempeste dell'anima: il pane par cenere, il vino fuoco dentro lo stomaco, che li chiede con angosciosi strappamenti, e l'uomo è costretto a nutrire il cancro che lo divora. Stette un pezzo prima di risolversi a chiamare, però che alla sua fierezza pesasse chiedere la vivanda ai banditi; ma la natura urgendo, gli fu mestieri piegarsi a picchiare alla porta. Tocco appena l'uscio gli venne aperto, e subito comparve un garzoncello accorto, che con parole ossequiose, ma che pure svelavano un senso sottilissimo di scherno, gli disse, che da buon tempo stava di fuori aspettando; non avere ardito prevenire la chiamata temendo disturbarlo nelle sue meditazioni; ed egli sapere essere il carcere luogo adattatissimo a meditare. Al Conte parve ravvisare il garzone, e veramente egli era il sordo-muto della osteria della Ferrata.
- Dimmi, fanciullo, come hai tu fatto a recuperare la favella? - domandò il Conte.
- Per virtù di Santo Andrea Avellino, il quale si diletta operare per queste parti di miracoli assai.
- Se io n'esco, pensò il Conte, furfanti, ve li darò io i miracoli di Santo Andrea Avellino. La rete è stata tesa da mano maestra; anche l'oste d'accordo... Ma dov'è Marzio? Non fosse rimasto ucciso? - Fosse una trama ordita da lui? Ah! potessi sapere che cosa avvenne di Marzio!
- Eccellenza, proseguì il garzone, se ha cosa da comandarmi rimango; altrimenti non vorrei riuscirle importuno...
- No, figlio mio; ti ho chiamato perchè tu veda portarmi un po' da mangiare.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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