- E tu, sapendo questo, me lo hai taciuto?
- Signore! E come poteva dirvelo io? - In carcere, appena schiusa la porta mi gettavate lì acqua e pane, e volgevate crucciato le spalle...
- Ma se volevi, potevi...
- E quando? Sul partire, due volte io vi scongiurai ad ascoltarmi; voi mi cacciaste in carrozza, e, chiuso lo sportello, vi poneste la chiave in tasca. Alla Ferrata, lo rammentate, mi respingeste; per la via, ordinaste che non mi lasciassero trascorrere, e voi ve ne andaste lontano... come dunque aveva a fare io?
- Tu sempre ardisci avere ragione; - io ti dico che tu potevi avvisarmi: - chè se non partecipasti alla iniqua trama in cuore, almeno non desiderasti prevenirla. Continua...
- Marzio partì la notte, dopo avere posto in salvo Olimpio, che voi avevate condannato a morire di fame...
- Dunque vive costui?... Ah scellerati, come bene congiuraste a mio danno!... Continua...
- Al momento dello assalto procurai badare attentamente quello che accadeva, e malgrado la diligenza usata da Olimpio e da Marzio a mascherarsi...
- Marzio! Dunque nè anch'egli è morto?
- Io lo ravvisai tra i banditi; anzi guidatore dei banditi. Allora mi accorsi che non si trattava del vostro sequestro soltanto, ma della vita; e quindi il mio discorso, e le larghe promesse ai banditi perchè, tratti dalla cupidità a separarsi da Marzio, noi lasciassero andare. Riuscito il tentativo a vuoto, mi calai chetamente da cavallo e vi seguitai alla lontana, appiattandomi ora dietro a un tronco, ora dietro a un cespuglio: giunti che furono i banditi al taglio del dirupo di Tagliacozzo, ecco sparirmi di subito davanti agli occhi.
| |
Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
|
|
Ferrata Olimpio Olimpio Marzio Marzio Tagliacozzo
|