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      A lei parve trovarsi sopra cotesto scoglio sola, e abbandonata da tutti. Lungi di Sotto vedea le vergini oceanine intrecciare carole, e instituire giuochi per la chiara faccia delle onde. Di tratto in tratto le fanciulle a lei si volgevano, e lei chiamavano co' cenni onde ai loro cori si mescolasse. Allo improvviso un rombo di ale sopra il suo capo le fece levare gli occhi in alto, ed ecco apparirle, in sembianza di Amore in traccia della rapita Psiche, il biondo Guido, l'amico del suo cuore, che scendendo le tendeva le braccia: ella con impeto grande alzò le sue, e le loro labbra s'incontrarono...
      Canova ritrovò la immagine di quel sogno quando scolpì il gruppo divino di Amore e Psiche.
      Beatrice si desta: teneva tuttavia le braccia sollevate; ella le lascia cadere di peso su la coltre, e sospira. Crucciosa di essersi lasciata illudere da un sogno, si chiude sotto i lini; il seno candidissimo si affonda fra le piume, e i biondi capelli si spandono pei guanciali. Irridendo se stessa ella diceva:
      - Misera! Ormai avresti dovuto imparare a prova come i contenti per te sieno sogni, le sole amarezze vere. Guido con braccia di carne potrà rompere la verga ferrea del destino? - E forse a questa ora gli sarà venuta in fastidio la vittima segnata dalla sventura. Poveretto! Io non lo vorrei mica biasimare: no davvero, perchè il contagio allontana il padre dal figliuolo, il marito dalla moglie, senza che per questo ne venga loro la taccia di cattivo cuore. Ora lo infortunio non s'insinua più inevitabile, e più fatale dello stesso contagio?


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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