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      - Ed anche a questo è stato provvisto: lo getteremo sopra gli alberi; poi gli introdurremo la punta dei rami nelle ferite, e così basterà. Credete voi, o Marzio, che vorranno andare a cercare il nodo nel giunco? Chi è morto è morto, e salute a chi resta.
      - Qualche volta i morti ritornano: però la proposta mi piace.
      E come aveva suggerito Olimpio eseguirono appuntino.
      Siccome quando donna Lucrezia, mediante una finestra terrena della rocca che mancava d'inferriata, mise dentro al castello Guido, Marzio ed Olimpio era notte fitta, e la famiglia giaceva tutta nel letto, non furono visti da persona viva; così deliberarono uscire per la medesima via com'erano entrati. Guido venuto a consultare sul modo di porre in libertà Beatrice, poichè si era trovato ad uccidere il Conte, decise partire senza indugio per Roma, Marzio e Olimpio s'incamminarono nella stessa notte ai confini del regno, per quindi ridursi in Sicilia, o a Venezia: ebbero di presente duemila zecchini, oltre la promessa di futuri favori e la grazia, che per la parte di casa Cènci e di monsignore Guerra non sarebbe loro venuta meno giammai.
      Guido arrivato alla osteria della Ferrata ordinò gli sellassero subito il cavallo; la qual cosa essendo stata fatta secondo il suo desiderio, l'oste, che lo aveva osservato sottecchi con quei suoi occhi maligni, nel reggergli la staffa gli favellò:
      - Oe, gentiluomo! Ieri l'altro mi diceste che andavate su alla Rocca Ribalda per farvi la villeggiatura del Settembre: o che vi siete mangiato in due desinari un mese intero?


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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