Pagina (402/814)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Chi campa di grano semina grano, e chi d'errore vive non ischianta errore: e questo è chiaro. Poco oltre il cerchio delle comari occorreva un gruppo di uomini, in mezzo ai quali sembrava che facesse le carte il Curato, e tutti insieme stavano speculando, come diavolo mai cotesto corpo avesse potuto rimanersi così penzoloni per aria; ma ad interrompere coteste indagini importune sopraggiunse un servo da parte di sua Eccellenza la Contessa, che gl'invitava tutti a entrare in palazzo. Andarono, e trovarono donna Lucrezia inconsolabile, giusta il costume di tutte le vedove consolabili o no, la quale dopo favellato un pezzo, interrotta ad ora ad ora da lacrime, e da sospiri del miserando caso, ordinò al Curato apparecchiasse al defunto funerali quanto meglio sapesse magnifici, e corrispondenti alla nobiltà, e potenza della famiglia Cènci: invitò poi i montanari di convenire incappati alla ròcca per associare il morto, promettendo elemosine larghissime in sollievo delle povere famiglie, affinchè pregassero pace per cotesta povera anima. - Uscirono pertanto edificati della pietà di Sua Eccellenza, e per la strada non rifinirono di magnificare la mansuetudine e la benevolenza sue. Quando tornarono per levare il corpo del Conte lo trovarono non pure calato dal sambuco, ma chiuso, e confitto dentro due casse di rovere.
     
     
     
     
      CAPITOLO XXI.
     
      IL MANTELLO ROSSO.
     
      Ulrico. Non è il momento di dissimulare, o diperderci in vane parole. Io ho detto che il
      suo racconto è vero, e che egli deve essereridotto al silenzio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Curato Eccellenza Contessa Lucrezia Curato Cènci Sua Eccellenza Conte