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      - Chi la dura la vince; e che tu possa durare ce lo provi tornando ogni giorno fornito di palle e di polvere: sicchè ho creduto, e credo, che a ricevere il galeone dal Perù siate due: tu, e il Re Filippo nostro signore, che Dio tenga nella sua santa guardia.
      - Marzio bada a intronarmi quotidianamente negli orecchi che la mia parte è finita... e che i suoi mille zecchini toccano al verde...
      - Mille, e mille fanno duemila. Ma sai, don Olimpio, osservò il biscazziere, che qui nel regno con duemila zecchini si compra un ducato? O come hai tu fatto a guadagnare tanti danari? Raccontaci un po' come gli hai tu acquistati.
      Era troppo diretta la botta perchè Olimpio non sapesse schermirsene. Egli guardò un cotal poco alla trista il biscazziere negli occhi, e gli rispose:
      - Mi vennero dalle prese quando combattevamo per la fede.
      - Per qual fede? riprese il biscazziere; perchè, salvo onore, mi pare che tu debba esserti trovato co' Turchi più spesso che con i Cristiani. E in quali mari hai tu combattuto, don Olimpio?
      - Oh! In tanti mari...
      - Pure, quali?
      Olimpio, stretto dalle domande insidiose, avrebbe dato agevolmente dentro a qualche scoglio, se uno dei giuocatori non fosse venuto casualmente in suo soccorso interrogando:
      - O perchè non conduci teco questo tuo compagno don Marzio?
      - Oh! Marzio se ne va per la maggiore; bazzica co' gentiluomini, e la trincia da duca, come se non avessimo menato vita insieme nelle foreste di Luco.
      - Alla macchia, dunque - notava maligno il biscazziere appuntando il dito teso sopra la tavola - alla macchia dunque, e non sul mare tu facesti le prede.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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