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      - E sta bene; ma io parlava di diritto, e non di forza; ed io di forza ne ho quanta voi. Ora, quando le forze si bilanciano, voglionsi mettere le mani alla cintura, e aprire alla lingua l'uscio di casa.
      - E la lingua non fa peggiore piaga delle mani? Dove hanno la loro forza l'aspide e la vipera? - L'uomo qualche volta rassomiglia l'aspide.
      - Lasciate pure da parte il qualchevolta, e dite addirittura, che l'uomo si assomiglia all'aspide... ed io lo so, e l'ho provato.
      - Specialmente nei luoghi dove, come in Napoli, governa un Vicario criminale con facoltà amplissima di scuoprire delitti concedendo taglie, e remissione di pena ai complici delatori...
      - Di questa sorta vicarii ce ne ha per tutto il mondo; ma senza i delfini che menano perfidamente i tonni, le reti si tirano su vuote.
      - E la disperazione voi sapete, Marzio, fa gli uomini spesso peggio che delfini; gli rende pesci-cani.
      - Ho capito, - pensò fra se Marzio, e poi con voce blanda riprende: Olimpio, Olimpio! certe parole ho inteso dal biscazziere, che mi fanno temere forte non abbiate commesso qualche solenne imprudenza; - e allora saremmo rovinati io, e voi...
      - Sì veramente! Nascemmo ieri...
      - Non v'infingete, Olimpio, perchè potrebbe darsi che il segreto non fosse più mio nè vostro, e a me è toccato sempre rammendare i vostri strappi: pensate che ne va la vita.
      Olimpio fece lì su due piedi un poco di esame di coscienza, e pur troppo conobbe che Marzio aveva ragione; però essendosegli cacciata addosso una bella paura, proseguì a parlare con tronchi accenti:


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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