Questo è un passo ormai acquistato al processo, e non si cancella più. - Dunque, figlio mio, dicevi?...
- La grazia, che domanderei, non è forse di quelle che immaginate voi...
- O dunque che cosa chiedi? Su, da bello, diletto mio; aprimi il tuo cuore intero, fa' conto di confessarti proprio a tuo padre.
- Confessati appena i miei falli, vorrei essere tratto subito a morte...
- Per questo non dubitare dell'ottimo cuore del Vicerè... e anche io ti aiuterò...
- Solo desidererei non fosse di corda, ma sì di scure... la morte mia...
- Se non vuoi altro!-interruppe maestro Giacinto, al quale non riuscì tacere, trattadosi di cose che toccavano tanto da vicino il suo mestiero - il Vicerè ha un'anima di Cesare in cosiffatte faccende...
- Silenzio! - gridò severamente il Vicario - non sono cose queste che ti riguardino...
- Mi pareva di sì... ma avrò sbagliato... perdonate, Eccellenza...
- Senti; in quanto alla prima domanda, di essere mandato subito a morte, statti allegro, che la prendo sopra di me; intorno alla seconda poi bisogna consultarne il signor Vicerè: non è mica piccolo privilegio quello di farsi tagliare il capo! Qui cotesto privilegio appartiene ai nobili, che ne vanno giustamente gelosi: però, carissimo mio, per satisfarti in tutto ne muoverò espressa domanda al Vicerè.
Il Collaterale, sopraggiunto in mezzo allo amoroso colloquio, attendendo sempre a dare la spinta al Vicario per farlo cadere,
- Clarissimo don Boccale, gli disse, questo arbitrio potete benissimo torvelo; perchè, chi vorrà riguardarvi così sul sottile le costure, quando con la sagacità e solerzia vostre andate acquistandovi meriti ogni dì più luminosi presso sua maestà il Re nostro signore?
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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