- Avvocato Boccale (di secco in piano gli toglieva il titolo di Vicario) credete che mi sento proprio trafiggere il cuore per la vostra disgrazia; molto più che, dentro domani, avrei a pregarvi di lasciarmi sgombra la casa...
- Ed io credo che non vi devo credere nulla, signor Collaterale. Intanto io me ne vado per le scale: badate che voi, don Ciacchero, non abbiate un giorno a uscirne dalla finestra. - E sì dicendo don Gennaro si levò tutto infuriato; e allontanandosi dal palazzo col garbo di Scipione quando mosse in esilio, esclamava: "Ingrata vicarìa! tu non avrai la mia cappa".
Così a mannaia vecchia sostituivasi mannaia nuova, e i miseri accusati ebbero ad accorgersi ben tosto ch'era stata affilata di fresco, Intanto il Vicario novello leggendo oltre il dispaccio del Vicerè conobbe come la sentenza di Marzio non dovesse eseguirsi altramente, bensì avesse ad inviarlo sotto buona scorta a monsignore Governatore di Roma, la quale cosa egli fece con la diligenza consueta agl'impiegati nuovi, o nuovamente promossi, secondo il costume delle granate; e per la più parte di loro il paragone non è ignobile abbastanza.
Il licenziato Boccale ridottosi a vivere in altra casa, stette parecchi giorni smemoriato come se avesse ricevuto un picchio sopra la testa, e di ora in ora prorompeva in risa; ell'erano coteste le gocce grosse precorritrici della tempesta: per ultimo la tempesta scoppiò, e terribilissima, nella quale rimase annegata la sua intelligenza: del cuore egli aveva fatto getto da tempo immemorabile, e solo (infelice reliquia!
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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