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      - Ben venuto, Guido nostro...
      - Qui si fa accademia: avvertite, di grazia, che in Roma non vanno a finire bene siffatte accademie letterarie; e Pomponio Leto informi(145).
      - Non ci è pericolo, riprese don Giacomo; noi stiamo in famiglia, e per aggiungervi voi io spero che in famiglia rimarremo pur sempre.
      - Questo con tutto il cuore desidero; e poichè in famiglia abbiamo a restare, piacciavi in cortesia, donna Luisa proseguire nella lettura.
      Di vero nella famiglia Cènci consideravasi monsignor Guido Guerra come fidanzato della Beatrice: questa notizia andava per le bocche della gioventù romana, e lui chiamavano avventuroso, e al suo felice stato invidiavano: sapevanlo anche in corte; e il Papa lo sofferiva acerbamente sì perchè avesse posto la mira su Guido, conoscendolo sufficiente molto e di abito gentilesco, per inviarlo legato a qualcheduna delle Corti straniere; sì perchè egli non lo avesse prima richiesto del suo consenso, o per lo meno consultato; infine gli dava uggia quel sentirlo proclamare sposo, e vederlo con la mantellina addosso: conciossiachè uno dei punti più ardentemente combattuti fra Cattolici e Luterani fosse stato, e durasse ad essere, il celibato dei preti. Maffeo Barberini, cardinale di molto seguito, come intrinsecissimo di Guido, lo tenne avvertito di quanto buccinavasi in corte, ond'ei si governasse: e questi informatosi se il memoriale di Beatrice al Papa avesse avuto corso, e sentito che no, fu cauto di ritirarlo dallo ufficio, temendo che, capitato sotto gli occhi di Clemente, non valesse a suscitargli qualche sospetto nell'animo, già troppo per natura sospettoso.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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