Guido con leggiadra scioltezza si accostò alla Beatrice, e fece atto di prenderle la mano per recarsela alla bocca; se non che questa, invece di porgergliela, si levò risoluta in piedi accennandogli che la seguitasse. Ella lo condusse nel vano di una finestra, e l'ampia cortina li ricoperse completamente.
Però rimasero celati colà uno istante; un solo istante; tutto al più quanto un ferito a morte pone a raccomandare l'anima a Gesù e a Maria prima di spirare, e uscirono poi uno dopo l'altro, e tali nel volto da chiarire, che invece di avere stretto il laccio di amore, lo avessero rotto con violenza, e per sempre. Invero ognuno di loro sentivasi il cuore legato; ognuno di loro strascinava un tronco della catena, e nondimeno i capi erano stati infranti irreparabilmenle. Una parola di Beatrice l'aveva spezzata come colpo di scure: con lo stringere la mano dello uccisore del padre suo non si rendeva ella complice del parricidio? Questo aveva pensato, e questo nel brevissimo istante fu da lei al suo amatore significato.
Guido, percosso da sgomento, adducendo il pretesto di certo suo negozio che lo chiamava altrove, poco si trattenne, e come meglio poteva celando lo affanno si accomiatò. Donna Luisa accortasi della confusione del giovane, e attribuendola a qualcheduna di quelle brevi procelle, che agitando accrescono la fiamma di amore, disse scherzando:
- Beatrice, Beatrice! non essere tanto corriva a scartare il re di cuori; bada, che carta male scartata, spesso è partita perduta.
Monsignore Guido appena svolto il canto della contrada occorse in un suo fidatissimo servo, il quale veniva frettoloso in traccia di lui.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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