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      Quindi mutati panni, e tolta seco quanto maggior copia potè di danaro, uscì dalla porta segreta del suo palazzo, disegnando guadagnare la campagna; nè andò guari, che s'imbattè in certa brigata di sbirri incamminata verso la sua contrada, la quale gli passò da canto, e così com'era travestito non lo riconobbe. Comprese pertanto il caso farsi grave davvero; licenziò il servo, e con cauti avvolgimenti si appressò alla porta Angelica; se non che rifece la via più che di passo, notando da lontano come gli sbirri, uniti ai gabellotti, quanti volevano varcare le porte minutamente esaminassero, e perquisissero. Ora vaga improvvido per le strade di Roma fantasticando di questo e di quell'altro partito, senza riuscire mai a capo di nulla; camminando ad occhi bassi, ecco lo percuote una luce che scaturiva dai sotterranei di un palazzo. Guardando traverso la inferriata vide intorno una tavola un gruppo di carbonai, che passavano il tempo, secondo che fecero i loro padri, ed i più tardi nepoti loro faranno, bevendo e giuocando, in onta agli sforzi poco lodevoli del Padre Matteo lo apostolo della temperanza.
      Sì certo; poco lodevoli, e non mi disdico. O filosofi, che Dio vi tenga lontani dalle disgrazie, mi sapete un po' dire come voi non facciate altro che levare al Popolo, e a dargli non pensiate giammai? Malthus al Popolo contende i connubii; il Padre Matteo il bere; altri il giuocare. La suprema felicità a poco a poco ripongono nella privazione di ogni cosa. Apicio diventato gesuita non pubblica più libri de arte coquinaria, nè imbandisce le mense agli amici; solo la esercita per uso proprio, ed a finestre chiuse in casa sua.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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