pare di gatto quando ha leccato l'aceto. O Ipocrisia, o gran Madre Cibele della moderna Divinità!
Ma insomma, che modo di raccontare egli è questo? Voi fate, come le balie, un passo innanzi, e due indietro
. Così parmi udire esclamare una mia gentile leggitrice, ed io le rispondo: "Gentil donzella, o donna, o quello che sarà; se non ti piace il traino, e tu smonta, che già non ti pregherò io a restarci su. Io scrivo per tale a cui le mie fermate non dorranno; all'opposto poche parranno, e troppo brevi: per questo mi affaticai nei giovanili anni miei, e per questo soffersi in quelli della virilità: certo ho servito un signor crudele, e scarso; ma pure è il solo, che sappia emendarsi, piangere, e amare; e questo è il Popolo: gli altri non vale il pregio servire".
Per tre dì Beatrice ebbe pace, se pace poteva dirsi quella; il quarto giorno verso nona le si presentarono nuove sembianze: erano due uomini vestiti di nero; uno rimase alquanto indietro, lo distinse poco; però le parve di cera acerba: l'altro bianco, con la fronte di porcellana e lo sguardo socchiuso, sembrava uomo compassionevole, almeno col sospirare frequente, e lo incrociare le dita di una mano in quelle dell'altra in atto di preghiera. Questi si palesò pel medico delle carceri, le mosse accurate domande circa la sua salute, la visitò attentamente, consultò il polso, il corpo le tentò con tatti onesti, poi si congratulò seco lei delle ben disposte membra, le offerse tabacco da una scatola che sul coperchio presentava bellamente miniata la immagine del sacro Cuore di Gesù; e confortandola a starsi di buono animo, che presto le sue miserie sarebbero terminate, aggiungeva: in quanto a se disponesse; poi, raccomandatala alla gran Madre di Dio, si allontanò.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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