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      Che rispondete?
      - Signori miei, rispondo che domande di tante, e tanto orribili perversità vorrebbero volgersi più acconciamente ad un branco di lupi, che a me. Io le respingo con tutta la forza dell'anima mia.
      - Siete accusata, e lo chiarisce il processo, avere voi consegnato alla donna Laurenza Cortese, cognominata la Mancina, un lenzuolo intriso di sangue perchè lo lavasse, ponendo mente di avvertire la curandaia provenire questo sangue da perdite copiose; e siete accusata altresì aver fatto uccidere Olimpio dal bandito Marzio, per paura che costui rivelasse il delitto alla giustizia. Rispondete.
      - Posso io favellare?
      - Anzi vi s'impone: favellate apertamente tutto quanto valga a chiarire la giustizia, e difendere voi dall'accusa.
      - Signori! Che io non venissi educata a siffatti orrori, non importa che dica; vi parlerò ingenua come il cuore mi detta, e voi scuserete la insufficienza mia. Di poco oltrepasso i sedici anni; me educarono la santissima madre mia donna Virginia Santacroce, e donna Lucrezia Petroni femmina preclara per pietà; nè gli anni miei, nè gl'insegnamenti altrui persuadono a sospettare in me gli atroci delitti i quali appena s'incontrano nelle Locuste, ed in altre famose colpevoli, che pure mano a mano s'indurirono a misfare. Posto eziandio che la natura avesse voluto creare in me un prodigio di perversità, considerate, di grazia, come la indole atroce tanto non possa celarsi, che in parte almeno non trapeli, per così dire, novizia, prima che stampi profonde le orme nel sentiero della maledizione.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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