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      Non mi mancavano poi esempi domestici di pratiche riuscite prosperamente, le quali mi ammaestrassero il modo di tutelarmi dalle paterne persecuzioni. Olimpia mia maggiore sorella ricorse alla benignità del Santo Padre, e mercè umile memoriale ottenne le onorate nozze col Conte Gabbrielli di Agobbio: e di vero com'ella m'insegnò io feci, scrivendo una supplica, e la consegnai a Marzio affinchè mi usasse la carità di presentarla allo Ufficio dei memoriali...
      - Sapete voi, che veramente la vostra supplica fosse presentata?
      - Signor mio, io la raccomandai a Marzio onde fosse messa in corso.
      - E perchè affidaste a Marzio commissione tanto importante?
      - Ah! mio padre mi teneva chiusa; sicchè, tranne Marzio, in cui mio padre unicamente confidava, non mi era dato abboccarmi con altra persona in quel tempo.
      - Proseguite.
      - E supponete, che la natura m'avesse dato la ferocia, il padre il motivo, il diavolo la occasione per commettere il delitto, ditemi, potreste voi immaginare modo più assurdo per consumarlo di quello che finge l'accusa? Perchè adoperarvi il ferro? Con ottomila ducati possono facilmente procurarsi veleni che uccidono come il mal di gocciola, o disfanno come le febbri etiche, senza lasciare vestigio alle indagini della giustizia; ma che dico io, che possono procurarsi veleni? L'accusa suppone averli io procurati; nè solo procurati, ma propinati: dunque se versai al padre mio vino alloppiato per farlo dormire una notte, bastava aumentargli la dose perchè non si svegliasse mai più in questo mondo.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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