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      Intanto il Moscati voltosi a Marzio gli disse:
      - Accusato, rispondete breve: ratificate, o no, il vostro esame in confronto dell'accusata?
      - Signori Giudici! oggimai il male, che voi volete farmi, sarà grave ma corto. Io conosco trovarmi presso a comparire davanti al tribunale di Dio, a cui non fanno di mestieri confessioni nè testimoni. - Tanto, voi potete scorciare il filo di questa mia vita; allungarlo no. Orsù; udite la verità come la conosce Quello che ha da giudicare me, ed anche voi. So bene queste essere le mie ultime ore, e chi sa come orribilmente dolorose!... non importa... benedette elle sieno, poichè per esse mi è dato porgere testimonianza della innocenza di questa divina fanciulla. Chi fosse Francesco Cènci molti di voi l'avrebbero a sapere, che si saranno trovati ad esaminarlo, e a giudicarlo per gl'immanissimi suoi misfatti. - I santi del suo calendario furono delitti uno più atroce dell'altro; suo passatempo pestare le leggi divine ed umane; a lui parve aver posto la natura i confini, dinanzi ai quali i più solenni scellerati si arretrano, solo per provare la sua empietà a saltarli. Tale fu il Cènci: e chi di voi lo ignora? Un giorno cotesto demonio mi fiatò accanto, e mi seccò il cuore. - Avete a sapere. Signori, che io aveva contratto le nozze con una fanciulla di Vittana... Annetta... dopo la Madonna Santissima, da me, povero orfano, adorata; ed ei me la rapì bella, fresca, e piena di vita... e me la rese... sì, me la rese; ma cadavere trasformato, con uno stile nel petto che la passava da parte a parte.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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