Noi strascinammo il cadavere maledetto, noi lo precipitammo giù dalla loggia su l'albero di sambuco. La signora Beatrice fu desta al rumore del tracollo che fece il trafitto sul pavimento. Il lenzuolo rimase intriso nel sangue del Conte; ma nè ella il vide, nè ella lo diede alla lavandara, perchè cadde tramortita nella prigione; e quinci tratta semiviva, giacque più giorni in letto travagliata da fierissima convulsione. Olimpio ammazzai io, e come, e il perchè vi dissi... A Napoli confessai quello che vollero, per forza di tormenti... questa è verità... ogni altro menzogna... Ora di me fate quello che vi piace. - Intanto, concludendo, ringrazio di vero cuore Dio, il quale mi ha dato tanta lena da finire... perchè tornare da capo io non potrei... E ciò detto cadeva giù in terra un'altra volta, se mastro Alessandro, prontamente non lo soccorreva.
- Ditemi, signor Presidente, non ci sarebbe pericolo ch'ella lo avesse stregato? - sussurrò il Luciani, in aria di mistero, nell'orecchio al Moscati; e siccome questi fece spallucce senza rispondere motto, il Luciani continuò a brontolare: - Già... già... voi non credete a questo... vi pare novella... badate a non lasciarvi allucinare dai lumi tenebrosi del secolo, perchè io vi so dire ch'essi rischiarano un cammino solo, e questo è quello che mena dritto all'inferno.
Al Moscati acerbamente dolse la petulanza del Luciani: tuttavolta, sentendo mettere in dubbio la sua fede, imperciocchè in quei tempi credere nelle streghe fosse articolo di fede, come colui che piissimo uomo era si scosse, e domandò risoluto al Luciani:
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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