- Illustrissimi, con lo squasso, o senza squasso?
- Diavolo! con lo squasso, s'intende, e co' fiocchi... - rispose il Luciani, che non si poteva contenere in verun modo.
Gli altri affermarono assentendo col capo.
- Mastro Alessandro, sovvenuto da uno dei suoi valletti, trasse su piano piano Marzio. Beatrice inclinò la faccia sul petto per non vedere; ma poi fu spinta da uno interno moto ad alzarla. - Orribile! orribile! - Urlando si coperse gli occhi con ambe le mani... quel nudo ossame, stirato in truce atteggiamento metteva a un punto terrore e pietà. Il giustiziere, poichè ebbe fatto toccare a Marzio con le braccia tese in angolo sopra la testa la traversa della forca alta sei braccia da terra, si recò in mano il capo della fune, e lasciò andare. Marzio rovinò giù a piombo fino a quattro dita distante dal pavimento: tremendo fu lo squasso, e si sentirono scricchiolare le ossa, e stracciarsi i muscoli. Marzio spalancò gli occhi stralunati come se volessero schizzargli fuori dei cigli; aperse la bocca spaventevolmente mostrando tutti i denti, e un singulto secco gli chiuse la gola: subito dopo si sentì come un leggiero gorgoglìo, e dalla bocca aperta apparve una bolla d'aria, che scoppiando lasciò gocciare giù dagli angoli dei labbri bava sanguigna. In fede di Dio egli era stato uno dei più famosi squassi, che avesse saputo dare mastro Alessandro in vita sua: s'egli se ne compiacesse, o se ne dolesse, non poteva indovinarsi; stava duro, e taciturno a considerare l'opera sua.
- Su, mastro Alessandro, da bravo.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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