Messi così nello strettoio, o d'impiccare o d'essere impiccati, impiccarono; e fecero bene: non però senza qualche scapito della reputazione della magistratura, per i passati indugi; avvegnachè, che cosa sia la legge nei governi bene ordinati? Niente altro che regola di condotta pei sudditi. Ora, chi fa la legge? Il Principe; dunque la sua volontà è legge; scriverla, e pubblicarla spetta alla forma, non alla sostanza; e Papa Sisto, che sapeva governare, volle che legge fosse la sua volontà non pure scritta, ma eziandio manifestata con la voce e col cenno(156).
- Eh! Papa Sisto la intendeva pel suo verso.
- Le suppliche mandate al buon pontefice in pro del Conte sommarono a cinquecento, e tante; egli ne graziò una sola, e fu proprio del Conte stesso, il quale allegando i privilegi del nobile lignaggio, domandava reverentemente essere decollato piuttostochè impiccato. Sisto, con la consueta sua benignità, oltre la grazia supplicata, aggiunse di suo, che per maggiore onore gli concedeva di andare al patibolo con la spada al fianco; come di fatto successe. Però, continuava esitando il Luciani, io non capisco come la gloriosa memoria di Papa Sisto si degnasse raccomandarmi in morte; conciossiachè io gli venissi in uggia per modo, ch'io ci ebbi a rimettere il collo; e la veda, Eminentissimo, proprio in me non era colpa al mondo, e Dio sa se io lo servissi di cuore. Basta, un papa veramente grande egli fu; ma quando cotesta sua accesa natura montava su le furie, non ci era modo di poterlo attutire.
| |
Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
|
|
Principe Papa Sisto Sisto Conte Conte Luciani Papa Sisto Eminentissimo Dio
|