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      E il vulgo non li guarda in cagnesco; anzi gli accarezza, e li vezzeggia col nome di buoni figliuoli: quel vulgo, che non dìstingue tra bontà che delibera, o vuole, bontà di pendolo, che oscilla quando riceve la pinta, - e bontà di cappone perchè nacque cappone, e l'hanno accapponato.
      Ecco Beatrice davanti al presidente Luciani Atrocemente barbaro fu lo spettacolo, che fece trovar acuto solletico nel contemplare nei circhi fiere duellanti contro fiere, uomini contro uomini, od uomini contro belve: però sovente pari erano gli argomenti di difesa; e se talora impari, la disperazione più di una volta domò la forza feroce, e fu veduto il condannato spingere il braccio ignudo nella gola del lione, e soffocarlo. Ma egli è troppo più laido, e schifo spettacolo esporre una creatura stretta di ceppi alla rabbia, quanto quella delle belve bestiale, ma più ingegnosa assai, di un uomo che si chiama Giudice, il quale le si muove contro armato di terrore, circondato di forze insuperabili, accompagnato dai tormenti che neppure il demonio avrebbe saputo ricavare dalla corda, dal ferro, e dal fuoco.
      - Accusata! - incominciò il Luciani con certo suo piglio plebeiamente acerbo, ch'ei per avventura immaginò rendere solenne, - udiste altra volta le imputazioni che vi vengono apposte; desiderate che vi sieno rilette?
      - Non fa mestieri; le sono cose coteste, che udite una volta non si dimenticano più...
      - Specialmente poi quando le abbiamo commesse. Ora io vi ammonisco, come pel deposto dei vostri medesimi complici voi siate pienamente convinta della vostra empietà; cosicchè la giustizia a rigore di termine potrebbe molto bene farne a meno.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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