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      - Eh! c'ingegneremo...
      La veritą era che mastro Alessandro, colto il destro che il caso gli aveva posto davanti, si era allontanato da Roma. Due sgherri ora si avventano sopra la Beatrice, le disfanno le bellissime chiome bionde, le scarmigliano, le ravviluppano, e legano, e stringono intorno ad un mazzo di corde cosģ prestamente, come fuori di ogni immaginazione orribilmente; - poi la sollevano da terra...
      La beltą sformata stringe, a vedersi, pił angosciosa il cuore che la bruttezza medesima. Se mai tua ventura ti condusse per le contrade di Grecia, tu passasti, senza pure avvertirli, accanto ai ruderi di qualche fortilizio veneziano, o turco; ma il tuo spirito si contristņ contemplando il Partenone mutilato dal tempo, dai Turchi, e da lord Elgin, lasciando il passeggiero incerto se al delubro di Minerva abbia pił nociuto o la forza distruttiva del primo, o la barbarie dei secondi, o la dotta rapina del terzo.
      I capelli pił sottili della misera martoriata schiantansi, la pelle stirata distaccasi dalla fronte, ed anche sopra le guance, tratta violentemente verso le orecchie, minaccia crepare: le labbra semiaperte parevano ridere, gli occhi allungati a mandorla per le tempie davano alla donzella la sembianza di fauna. Doloroso a vedersi! troppo pił a patirsi! Il Luciani, sempre le mani appoggiate come le zampe il mastino in riposo, andava di tratto in tratto abbaiando:
      - Confessate la veritą...
      - Sono innocente.
      - Datele uno squassetto... un altro... un altro ancora. - Confessate la veritą.


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Beatrice Cčnci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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