Io l'ho costretta a rimanere tre ore intere in deliquio.
- E neanche col tassillo ha confessato costei?
- Neppure col tassillo.
- Ma che gli fate adesso, di burro?
- Eminentissimo noi gli facciamo di legno di pino, impeciati, e aguzzati per filo e per segno: e tutti i tormenti io ho ordinato le inasprissero per modo, che lo stesso mastro Alessandro ha consigliato si sospendesse la tortura, avvegnadio corressimo pericolo presentissimo di vita.
- Chi è questo mastro Alessandro?
- Il boia, Eminentissimo.
In verità occorrono in tutte le lingue taluni composti di certi suoni, che hanno virtù di scuotere ingratamente i nervi umani; e la parola boia è senza dubbio fra questi. Il Cardinale arricciò il naso e scosse disdegnoso la testa, quasi che volesse dire: "E com'entra il boia fra noi?"
Alla quale tacita domanda il Luciani, a sua posta, tacitamente rispondeva: "Come ci entra? ci entra benissimo, e la tua collera nasce appunto dal non esserci entrato come desideri, o uomo rosso, parente del carnefice in troppe più cose, che nel colore delle vesti".
- E quando vedeste, riprese il Cardinale, come i rigori non giovassero, o perchè non provaste di adoperare le piacevolezze?
- Uhm! Io sono da bosco e da riviera, Eminenza: anzi mi arrisicai fino a promettere (bene inteso però come cosa mia, onde dar campo a vostra Eminenza ed a Sua Santità di smentirmi quando tornasse loro comodo) la grazia della vita per tutti; - feci in modo che i confessi si trovassero con la donzella quando verosimilmente dovevano averla frollata i tormenti, e lei con pianti e preghiere supplicassero a confessare, assicurandola com'io avessi loro dato ad intendere esser questo per essi refrigerio estremo di salvazione.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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