La cupidigia e la ferocia compongono un cemento infernale, che lega indissolubilmente le anime degli scellerati fino alla consumazione del delitto: compito il misfatto, i complici si dividono a un punto rapina, odio, e rimorso.
Avvenuta che sia l'opera di sangue, il Cardinale odierà il Luciani col doppio odio dello ingrato e del complice che detesta l'altro complice; il Luciani odierà il Cardinale perchè lo sperimenterà superbo, e lo saprà scellerato: e non pertanto anco adesso si aborrono, perchè il primo non cela il suo disprezzo per l'altro, e quest'altro ha paura.
Si ascolta un lieve bussare alla porta: ottenutane licenza entra un camerario, che ammonisce lo Eminentissimo essersi presentato alla udienza il signor avvocato Prospero Farinaccio.
- Farinaccio! - esclamarono a un punto il Cardinale e il Luciani. Poi il Cardinale soprastette alcun poco a pensare, ed alla fine disse al camerario:
- Fate passare. Voi, signor Luciani, compiacetevi attendere in anticamera i nostri comandi.
Se più acerba trafitta avesse mai potuto lacerare l'anima del Luciani, pensi chi legge. Come! Doveva egli uscire al cospetto di uno avvocato? Come! Doveva egli aspettare la fine della udienza in anticamera? Egli! uso a trattare con arroganza i suoi uguali, con superbia gl'inferiori. In qual concetto lo avrebbero d'ora innanzi tenuto i camerarii, in mezzo ai quali avrebbe dovuto trattenersi durante il colloquio del Farinaccio col Cardinale? O andate, via, a dannarvi l'anima per costoro!
No, il Luciani non dannava l'anima per altrui; ei la dannava per conto suo: per compiacere lo istinto ferino sortito dalla natura, e sviluppato con l'abito; per satisfare alla meschina vanità, che non vo' dire ambizione, essendo questa cosa virile, e per nulla convenevole a cotesta anima bassa.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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