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      - La reverisco.
      - Eminenza, incominciò Prospero Farinaccio dopo avere inchinato il cardinale Cinzio co' modi sciolti e sicuri che egregiamente gli si confacevano, io vi esporrò de plano la causa che mi conduce con tanta pressa ad ossequiare vostra Eminenza. Io vengo a supplicarla onde mi procuri licenza di assumere la difesa dei prevenuti Cènci, in compagnia di alcuno dei prestantissimi colleghi miei.
      - Signor Avvocato, rispose il Cardinale aggrottando le sopracciglia, ch'è quello che domandate voi? Cotesti scellerati vi par egli che meritino l'onore della vostra difesa? La enormità del delitto gliela vieta; e sarebbe inaudito concederla, ora che il processo è compito.
      - Eminenza, la difesa è di diritto divino. Il Signore la concesse a Caino, e nessuno, io penso, lo sapeva colpevole meglio di lui.
      - È vero; ma la prudenza umana oggimai ha stabilito doversi escludere da tanto benefizio i casi atroci; e il parricidio parmi che tra questi si deva considerare come principalissimo. Ditemi, signor Avvocato, i truci figli concessero al padre loro tempo per le difese? Anzi, e questo è troppo più enorme, gli dettero tanto di tempo ch'egli potesse riconciliarsi con Dio, e salvare l'anima sua?
      - Questo io non vo' negare, Eminenza; ma mi sia permesso farvi notare reverentemente, come appunto, trattandosi di caso eccettuato, non si proceda con le regole comuni, e tutto sia rimesso alla discrezione del giudice.
      - Certo, ma in ciò che spetta alla esasperazione del rigore; conciossiachè se fosse diversamente (e questo non può sfuggire alla solenne sagacia vostra) il benefizio crescerebbe in proporzione della gravità del delitto.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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