Adesso io credo, e meco, Eminenza, hanno creduto molti, che per torre via ogni pretesto alla maldicenza importi largheggiare in concessioni di difese, di consigli, di tutti, insomma, i sussidii forensi agl'imputati. E di vero, udite un po' che cosa si attenti vociare la calunnia. Ella vocia: o come volete voi che possa schermirsi da volpi vecchie del foro un bambino? Come una giovanetta inesperta? Atterriti da minacce, circondati da seduzioni...
Il cardinale Cinzio sentiva a quel dire gonfiarglisi il cuore; ma fino a quel punto, uso com'era a dominare gl'impeti del suo carattere, ed a dissimulare, veniva assentendo piacevole in vista allo Avvocato, ed anche talora gli sorrideva: inoltre la timidità, che rende i sacerdoti spietati, gli fa eziandio irresoluti; onde chiunque sappia valersi con accorgimento di questo loro vizio, può contare di riuscire almeno per tutto il tempo che la paura dura. Qui poi non potè reggersi da esclamare con ira male repressa:
- E come ardite voi sospettare questi orrori?
- Eh! non sono io, Eminenza, che sospetto; ella è la calunnia, la quale non si arresta qui; ma va aggiungendo, che le confessioni spremute dal torchio di torture atrocissime non si devono attendere; e ch'era più breve farli tutti sparire, notte tempo, per entro ad un trabocchetto.
Il Cardinale, per contenersi, masticava della carta; sennonchè sopra gli angoli estremi della bocca, comparivano alcune bolle bianche di bava maligna. Il Farinaccio, che astutissimo uomo era, conoscendo avere percosso il colpo più forte, pensò adesso a blandire il porporato.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Eminenza Cinzio Avvocato Eminenza Cardinale Farinaccio
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