E nonostante ciò, sotto quel cumulo di vizii si trovava rannicchiato un ottimo cuore propensissimo ad atti generosi, purchè brevi, e di sagrifizii, a patto che non lo stogliessero di soverchio alle sue passioni dominanti. Pronto a sdegnarsi e del pari sollecito a placarsi, passava dal pianto al riso, e sopra tutto oblioso di qualsivoglia più lugubre caso; avvantaggiandosi con lo esempio del re David, che digiunò e pregò finchè il figlio avuto da Bersabea stette infermo, e morto poi si levò dal pavimento, bevve e mangiò dicendo: "Salute ai vivi, e buon viaggio ai morti!"
Ora vuolsi sapere come sul declinare del mese di agosto, certa mattina un carbonaro, fasciando alla porta dello studio dello avvocato quattro muli carichi di balle di carbone, entrasse arditamente nell'anticamera con ambe le mani nelle tasche delle brache, e il cappello piegato sopra un orecchio in sembianza di duca. Gli scrivani, vedutolo con la coda dell'occhio, non si mossero, e continuarono a scrivere senza mai levare il capo di sopra la carta.
- Oe! Ci è l'avvocato?
- Qui no... a casa forse...
- Io vi domando se sia qui, non a casa.
- E se ci fosse! O che volete che compri carbone nello studio? Ditemi, sareste di quelli che credono che si arrostiscano i clienti?
- Dio me ne guardi! Solo ho inteso dire, che qualchevolta si spellino. Ma ciò non monta; - districhino la lite San Lorenzo e San Bartolommeo fra loro; io non vo' vendere carbone al signor avvocato, bensì ho da parlargli di un mio negoziuccio...
- Voi!... propriamente voi?
| |
Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
|
|
David Bersabea San Lorenzo San Bartolommeo
|