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      - Compare! Tu mi hai giuntato: pazienza! Bada, che come so ricompensare un buono ufficio, così mi basta l'animo di vendicarmi di una ingiuria anche dietro l'altare di San Pietro. A rivederci a domani...
      E vedendo lo scrivano come basito delle parole altere, e più dell'atto, si affrettò, quasi per rimedio, di aggiungere: "tu mi hai fatto perdere la occasione di vendere le mie some di carbone"; e mosse per andarsene; sennonchè passato davanti al giovanetto, parve tentennasse a volere, e disvolere una cosa; la mano gli corse su l'orlo della tasca, poi la ritrasse a poco a poco, finalmente ve la cacciò risoluto, e trattane fuori una moneta, la porse al fanciullo dicendo:
      - To', portala a mamma; - ed uscì.
      - Tegolino, urlarono gli scrivani, tienti stretto il tesoro: vuoi tu diventare duca? Da' voce di comprare Benevento: vuoi tu che io ne dica una parola al Papa? Il palazzo Farnese per magione ti basta? Se no, tu ci farai la giunta come Sisto al Vaticano... Vediamo un po' quanto ti ha dato il carbonaro.
      E il fanciullo, aperta alcun poco la mano, guardando la moneta rispondeva:
      - Non so, io non ne ho mai viste; di rame non è, come i baiocchi che mi date voi altri; lustra... ed è gialla.
      - Sarà un brincolo... vediamo... Per gli apostoli Pietro e Paolo, e gli altri dieci di seguito! ella è una doppia... proprio una doppia di oro! Senza fallo il carbonaro ha da essere un monetaro falso...
      Ma uno scrivano meglio scaltrito degli altri, guardata prima ben bene la moneta, mormorò sotto voce all'altro, che la teneva in mano:


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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